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tecniche

LITOGRAFIA:  procedimento di stampa scoperto nel 1798 a Monaco da Aloys Senefelder (1777-1834), che si diffonde rapidamente nei primi decenni dell’Ottocento in tutta Europa per la ampia diffusione dei testi scritti, carte geografiche e partiture musicali (matita, inchiostro e gessetto) a base di sostanze grasse. La pietra trattata con acqua viene inchiostrata con un rullo che fa aderire uunn inchiostro idrorepellente solo nelle parti disegnate. La stampa viene effettuata mediante un torchio a mano, in cui la pressione è esercitata da un segmento di legno rivestito di cuoio. Dalla prima metà dell’800 la pietra fu sostituita da una lastra di metallo poroso. Questa tecnica ebbe immediata diffusione soprattutto in Germania Inghilterra e Francia, dove già nei primi decenni dell’Ottocento operano numerosi litografi e si aprono apposite Stamperie. L’inizio della storia della Litografia d’Arte Originale si può  datare al 1824 con la Serie dei “tori di Bordeaux” di Goya e con le numerose litografie di Delacroix. In Italia la tecnica della litografia viene introdotta durante il periodo Napoleonico, proma a Milano Giuseppe de Wertz nel 1807), poi  a Roma (Giovanni dall’Armi nel 1813), ma la grande diffusione avviene solo a partire dalla fine del secondo decennio  del secolo, quando sorgono importanti stamperie litografiche a Napoli, Torino, Genova, Firenze, Modena, Venezia, Milano.

 

INCISIONE IN CAVO: vengono definite incisioni i n cavo tutte quelle in cui la matrice incisa trattiene nei solchi l’inchiostro che cederà alla carta nella fase di stampa. I solchi possono essere incisi direttamente dall’artista sulla lastra con appositi strumenti (bulino o puntasecca) oppure tramite un acido che intacca il metallo (acquaforte). L’origine dell’acquaforte risale al Medioevo, in latino aquafortis, definizione medievale degli antichi alchimisti. Successivamente il nome e la tecnica vennero adottati dagli artisti incisori per semplificare e rendere più rapido il loro lavoro. L’acquatinta è una variante tecnica dell’acquaforte, con effetto simile all’acquerello, che si ottiene facendo cadere sulla lastra granelli di bitume. Anche la ceramolle è una variante dell’acquaforte, nella quale, invece di ricoprire la lastra con una normale vernice, si stende un impasto composto di vernice e sego, per renderla più morbida. Si applica sulla lastra un foglio sottile sul quale l’artista traccia il suo disegno con una matita, ottenendo così l’effetto di un disegno a grafite.

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